Internet e il Web - Storia
Di seguito la dispensa riguardanta la Storia di Internet e del Web, che ripercorre e dettaglia quanto detto a lezione, dalla nascita di ARPA fino all'invenzione del web.
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La storia di Internet
liberamente tratto da Internet 2004La  successione di eventi, progetti, idee e protagonisti che, nel corso di trenta  anni, hanno portato alla nascita di Internet e alla sua evoluzione nella forma  attuale, costituisce un capitolo molto affascinante, ma anche atipico, nella  storia dello sviluppo tecnologico. Come gran parte delle innovazioni  tecnologiche nel settore delle telecomunicazioni e dell'informatica, anche le  origini di Internet si collocano nel terreno della ricerca militare.
  Forte  è il rischio di cadere in visioni semplicistiche, e di concedere troppo ai  tentativi di reductio ad unum. Ma raramente lo sviluppo di una  tecnologia e delle sue basi teoriche hanno un andamento lineare. Soprattutto,  quasi mai le sue origini sono riconducibili ad un solo individuo, ad un unico  progetto, ad un sistema teorico coerente. Se questo è vero in generale, tanto  più lo è per ciò che oggi chiamiamo Internet. Infatti alla nascita vera e  propria della rete hanno contribuito diverse idee e altrettanti protagonisti,  alcuni dei quali in modo indiretto. Vediamo allora di individuare quali sono  state le istanze che nel loro complesso costituiscono la 'preistoria' di  Internet.
  Il  contesto in cui si colloca la preistoria di Internet è quello della 'guerra fredda' e della contesa  tecnologica che ne derivò tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Un evento  simbolico di questa contesa fu la messa in orbita del primo satellite  artificiale da parte dei sovietici, lo Sputnik, nel 1957. Dopo il rapido superamento del gap nucleare, questo successo della  tecnologia sovietica seminò nel campo occidentale, e soprattutto negli USA, una  profonda inquietudine. La sicurezza della supremazia tecnico-militare su cui  era fondato l'intero sistema ideologico americano era stata duramente scossa.
  Per  cercare di rispondere immediatamente a questi timori, nell'ambito  dell'amministrazione USA si concepì l'idea di creare un'agenzia il cui compito  fosse quello di stimolare e finanziare la ricerca di base in settori che  avrebbero potuto avere una ricaduta militare. Oltre al vantaggio di stimolare  l'attività scientifica con finalità strategiche, essa avrebbe anche avuto il  ruolo di ridurre le tensioni tra le varie armi nella spartizione dei fondi  dedicati a ricerca e sviluppo. Nonostante l'opposizione delle gerarchie  militari, nel 1958 il Congresso approvò la costituzione e il finanziamento  della Advanced Research Projects Agency, l'ARPA, la cui sede fu stabilita nell'edificio del Pentagono a  Washington.
  Appena  costituita, l'ARPA indirizzò le sue attività nella ricerca aerospaziale: in fin  dei conti, tutto era cominciato dalla paura suscitata dal lancio dello Sputnik.  Ma quando pochi mesi dopo tutti i programmi spaziali vennero trasferiti  (insieme agli ingenti finanziamenti) alla neonata NASA, per i dirigenti  dell'ARPA fu necessario trovare una nuova area di sviluppo. Tale area fu  individuata nella giovane scienza dei calcolatori. Un impulso decisivo in  questa direzione venne da J. C. R. Licklider, uno dei personaggi più geniali e  creativi della storia dell'informatica.
  Di  formazione psicologo, Licklider passò ben presto ad occuparsi di computer nei laboratori del MIT di Boston. Ma  a differenza di tanti altri ricercatori in questo campo, il suo interesse si  rivolse subito al problema delle interfacce uomo computer ed al ruolo che le  macchine di calcolo avrebbero potuto avere per lo sviluppo delle facoltà  cognitive e comunicative dell'uomo (ben trenta anni prima che questi concetti  divenissero centrali nel settore informatico). Egli espose le sue idee al  riguardo in un articolo uscito nel 1960 intitolato Man-Computer Symbiosis,  che lo rese subito famoso. Appena giunto all'ARPA, iniziò a creare una rete di  collegamenti tra i maggiori centri di ricerca universitari nel settore  informatico, creandosi un gruppo di collaboratori che battezzò secondo il suo  stile anticonformista 'Intergalactic Computer Network'. Tra i molti progetti  che promosse vi furono lo sviluppo dei primi sistemi informatici basati sul time-sharing e sulla elaborazione interattiva. Ma in uno dei suoi memorandum apparve anche per la prima volta l'idea di una rete  mondiale di computer.
  Altro  personaggio fondamentale fu Paul Baran.  Egli fu inserito nella neonata divisione informatica, dove si mise a lavorare  su un problema: come riuscire a garantire che il sistema di comando e controllo  strategico dell'esercito rimanesse se non intatto almeno operativo in caso di  attacco nucleare. Le reti di comunicazione tradizionali su cui si basava  l'intero apparato di controllo militare, infatti, erano estremamente  vulnerabili.
  Lavorando  su questo problema, Baran giunse a due conclusioni: la prima era che una rete sicura doveva avere una  configurazione decentralizzata e ridondante, in modo che esistessero più  percorsi possibili lungo i quali far viaggiare un messaggio da un punto ad un  altro; la seconda, legata alla prima, era che il sistema di telecomunicazioni  doveva basarsi sulle nuove macchine di calcolo digitale, in grado di applicare  sistemi di correzione degli errori e scelta dei canali comunicazione.
  Sviluppando  i suoi calcoli Baran aveva elaborato un modello in cui ciascun nodo fosse  collegato ad almeno altri quattro nodi, e nessun nodo avesse la funzione di  concentratore, al contrario di quanto avveniva per la rete telefonica. In  questo modo ogni nodo poteva continuare a lavorare, ricevendo, elaborando e  trasmettendo informazioni, anche nel caso in cui alcuni fra i nodi vicini  fossero stati danneggiati. L'assenza di un nodo centrale inoltre eliminava ogni  possibile obiettivo strategico, la cui distruzione avrebbe compromesso il  funzionamento dell'intera rete. Oltre all'idea di una rete decentrata e  ridondante, Baran ebbe anche un'altra intuizione geniale: piuttosto che inviare  un messaggio da un nodo all'altro come un unico blocco di bit, era meglio dividerlo in parti separate, che  potessero viaggiare attraverso vari percorsi verso la destinazione, dove  sarebbero stati ricomposti. Secondo questo sistema le parti di messaggio sono  denominate 'pacchetti' (packet), e il sistema di comunicazione  'commutazione di pacchetto' (packet switching), alternativa alla  'commutazione di circuito' su cui si basavano i sistemi telefonici  tradizionali. Tutte queste idee e intuizioni teoriche confluirono pochi anni  dopo nel progetto Arpanet, la progenitrice di Internet.
Arpanet
La  fase esecutiva del progetto Arpanet prese il via nel 1969. Il primo nodo di  connessione (delle dimensioni di un frigorifero) fu consegnato alla University of California il due  settembre, e fu immediatamente connesso al grande elaboratore SDS Sigma 7 della  UCLA senza alcuna difficoltà. Il primo di ottobre fu installato il secondo  presso lo Stanford Research Institute (SRI), dove fu collegato ad un mainframe SDS 940. Il progetto dell'ARPA si  era finalmente materializzato in una vera rete, costituita da due nodi connessi  con una linea dedicata a 50 kbps. Dopo qualche giorno fu tentato il primo  collegamento tra host facendo simulare al Sigma 7 il comportamento di un  terminale remoto del 940: l'esperimento, seppure con qualche difficoltà  iniziale, andò e buon fine, e dimostrò che la rete poteva funzionare. Nei mesi  successivi vennero collegati i nodi dell'Università  di Santa Barbara e dello Utah.
  Le  prime applicazioni di rete risalgono alla fine del 1969, con un rudimentale  sistema di terminale remoto, battezzato telnet. Ma questo sistema non  costituiva una grande novità rispetto ai terminali dei mainframe che già erano  in funzione da anni: bisognava trovare un modo per far comunicare gli host da  pari a pari, un qualche insieme di regole condivise da computer diversi. Nelle  discussioni venne l'idea di chiamare queste regole 'protocolli'. Dopo un anno  di lavoro finalmente le specifiche per il protocollo di comunicazione tra host  erano pronte: esso fu battezzato NCP (Network Control Protocol). Poco  più tardi venne sviluppato il primo protocollo applicativo vero e proprio,  dedicato al trasferimento di file da un host all'altro: il File Transfer  Protocol.
  Ma  l'applicazione che forse ebbe la maggiore influenza nell'evoluzione successiva  della rete fu la posta elettronica. L'idea venne per caso nel marzo del 1972 a un ingegnere della  BBN, Ray Tomlinson, che provò a  adattare un sistema di messaggistica sviluppato per funzionare su un  minicomputer multiutente (fu lui che ebbe l'idea di separare il nome  dell'utente da quello della macchina con il carattere '@'). L'esperimento  funzionò, e il NWG accolse subito l'idea, integrando nel protocollo FTP le  specifiche per mandare e ricevere messaggi indirizzati a singoli utenti.
  Nel  frattempo la rete Arpanet, come veniva ormai ufficialmente chiamata, cominciava  a crescere. I nodi nel 1971 erano  divenuti quindici, e gli utenti  alcune centinaia. Nel giro di pochi mesi tutti coloro che avevano accesso ad un  host iniziarono ad usare la rete per scambiarsi messaggi. E si trattava di  messaggi di tutti i tipi: da quelli di lavoro a quelli personali. La rete  dell'ARPA era divenuto un sistema di comunicazione tra una comunità di giovani  ricercatori di informatica! Intorno alla posta elettronica crebbe anche il  fenomeno del software gratuito. Infatti ben presto cominciarono ad apparire  programmi per leggere i messaggi sempre più raffinati e dotati di funzionalità  evolute, che venivano liberamente distribuiti mediante FTP.
  Il  successivo problema da affrontare fu: come far comunicare tra loro reti basate  su tecnologie diverse? Infatti in quegli anni erano stati avviati altri  esperimenti nel settore delle reti di computer, alcuni dei quali basati su  comunicazioni radio e satellitari. Se si fosse riuscito a far comunicare queste  reti diverse, sarebbe stato possibile diffondere le risorse disponibili su  Arpanet ad una quantità di utenti assai maggiore, con costi molto bassi. In  pochi mesi furono elaborate le specifiche di un nuovo protocollo di  comunicazione tra host che battezzarono Transmission Control Protocol.  Il TCP implementava pienamente  l'idea della comunicazione a pacchetti, ma era indipendente dalla struttura  hardware; esso introduceva anche il concetto di gateway, una macchina  che doveva fare da raccordo tra due reti diverse. I risultati di questo lavoro  furono pubblicati nel 1974   in un articolo dal titolo A Protocol for Packet  Network Internetworking, in cui comparve per la prima volta il termine  'internet'.
  Le  ripercussioni dell'articolo furono enormi. Ben presto numerosi ricercatori si  posero a rifinire la proposta iniziale e a sperimentarne varie implementazioni.  La prima dimostrazione pubblica di un collegamento tra Arpanet, Satnet e Packet  Radio Network fu fatta nel luglio del 1977, con un sistema che collegava un  computer in viaggio su un camper lungo la Baia di San Francisco a uno installato a Londra.  Il collegamento funzionò perfettamente e convinse la DARPA (al nome originale  dell'agenzia si era aggiunto il termine Defense) a finanziarne lo  sviluppo. Un anno il protocollo fu ulteriormente sviluppato e diviso in varie  parti , tra cui TCP, che gestiva la creazione e il controllo dei pacchetti, e IP che invece gestiva l'instradamento  dei dati. Pochi anni dopo il TCP/IP sarebbe  stato adottato ufficialmente come protocollo standard della rete Arpanet (e di  tutte le reti finanziate dall'agenzia), aprendo la strada alla nascita di  Internet quale la conosciamo oggi.
Da Arpanet a Internet
Il  successo di Arpanet nella comunità scientifica aveva dimostrato ampiamente i  vantaggi che le reti di comunicazione telematiche potevano arrecare  nell'attività di ricerca. Tuttavia, alle soglie degli anni '80, delle centinaia  di dipartimenti di informatica del paese solo 15 avevano il privilegio (ma  anche gli oneri finanziari) di possedere un nodo. Questa sperequazione era  vista come un pericolo di impoverimento del sistema della ricerca  universitaria. Per ovviare a tale rischio la National Science Foundation (NSF), un ente governativo preposto al finanziamento della  ricerca di base, iniziò a sponsorizzare la costruzione di reti meno costose tra  le università americane. Nacque così nel 1981 Csnet (Computer Science  Network), una rete che collegava i dipartimenti informatici di tutto il  sistema accademico statunitense. Ma già prima di questa iniziativa alcune sedi  universitarie avevano creato ad infrastrutture telematiche a basso costo. Nel  1979, ad esempio, era stato creata Usenet, che collegava i computer della Duke  University e della University of North Carolina, permettendo lo scambio di  messaggi articolati in forum. Nel 1981 alla City University of New York venne  creata Bitnet (acronimo della frase Because It's Time Net), che fu  estesa ben presto a Yale.
  Tutte  queste reti, pur avendo adottato internamente tecnologie diverse e meno costose  rispetto a quelle di Arpanet, potevano comunicare con essa grazie ai gateway  basati sul nuovo protocollo di internetworking TCP/IP. Ben presto anche  altri paesi del blocco occidentale iniziarono a creare reti di ricerca, basate  sul medesimo protocollo (le cui specifiche, ricordiamo, erano gratuite e liberamente  disponibili sotto forma di RFC; il relativo archivio era gestito sin dai tempi  nel NWG da Jon Postel), e perciò in grado di interoperare con le omologhe  nordamericane. Intorno alla rete dell'ARPA, andava prendendo forma una sorta di  rete delle reti. A sancire la nascita definitiva di tale rete intervenne nel  1983 la decisione da parte della DCA di dividere Arpanet in due rami per motivi  di sicurezza: uno militare e chiuso, inizialmente battezzato Defense Data  Network e poi Milnet, e uno per la comunità scientifica, che  ereditava il nome originario e che non avrebbe avuto limiti di interconnessione  esterna. La vecchia Arpanet poteva così divenire a tutti gli effetti il cuore  della neonata Internet. 
  Ma  si trattò appena di un inizio. Il successo riportato dai protocolli TCP/IP, e da  tutti gli altri protocolli applicativi che su di esso si basavano, stimolò la  nascita di altre reti di ricerca nazionali in gran parte dei paesi occidentali.  E ormai anche le reti private come Decnet, Compuserve e MCI decisero di  connettersi ad Internet. Come conseguenza fra il 1985 e il 1988 il backbone  della NSFnet dovette essere aggiornato ad una rete T1 a 1,544 Mbps, e un anno  dopo il numero di host superò le 100 mila unità.
  A  questo punto divenne evidente che la vecchia Arpanet aveva ormai esaurito la  sua funzione. Fu così che qualcuno (ma nessuno in particolare si assunse  pubblicamente il compito) prese la decisione di staccare la spina. Nel 1989, a venti anni dalla  sua nascita, il processo di smantellamento di Arpanet ebbe inizio. Alla fine  dell'anno Arpanet aveva cessato di esistere.
World Wide Web e l'esplosione di Internet
Per  molti anni la rete era stata uno strumento, alquanto esoterico, nelle mani di  poche migliaia di studenti e ricercatori di informatica. Alcuni di loro  potevano affermare senza battere ciglio di conoscere a memoria l'indirizzo di  ogni singolo host. Ma la diffusione che conseguì aveva cambiato radicalmente il  quadro demografico degli utenti.
  Agli  informatici (accademici e professionisti) si erano affiancati i fisici, i  chimici, i matematici e anche alcuni rari studiosi dell'area umanistica. Senza  contare che le reti universitarie iniziavano a fornire accessi anche agli  studenti undergraduate, e a fornire informazioni amministrative  attraverso i loro host. Parallelamente la quantità di risorse disponibili  cresceva in modo esponenziale, e nessuno era ormai più in grado di averne  contezza con il solo aiuto della memoria.
  Tutte  queste ragioni, che si sommavano allo spirito di innovazione e di  sperimentazione che aveva caratterizzato gli utenti più esperti della rete,  determinarono agli inizi degli anni 90 una profonda trasformazione dei servizi  di rete e la comparsa di una serie di nuove applicazioni decisamente più user  friendly. Il sistema che rivoluzionò la rete, sviluppato nei laboratori  informatici del CERN di Ginevra,  cominciò ad attirare l'attenzione della comunità di utenti Internet: World Wide Web.
  Il  primo documento ufficiale in cui si fa riferimento a questo strumento risale al  marzo del 1989. In  quell'anno Tim Berners Lee, un  fisico in carico al centro informatico del grande laboratorio, concepì l'idea  di un "sistema ipertestuale per facilitare la condivisione di informazioni  tra i gruppi di ricerca nella comunità della fisica delle alte energie", e  ne propose lo sviluppo al suo centro. Avuto un primo assenso si mise al lavoro  sulla sua idea, coadiuvato dal collega Robert Cailliau (a cui si deve il  simbolo costituito da tre 'W' sovrapposte in colore verde). Nel novembre del  1990 i due firmarono un secondo documento, assai più dettagliato, che  descriveva il protocollo HTTP, il  concetto di browser e server, e che rendeva pubblico il nome ideato da Berners  Lee per la sua creatura: World Wide Web. Nel frattempo Berners Lee, lavorando  con la sua nuova workstation Nextstep, un vero e proprio gioiello  dell'informatica, sviluppò il primo browser/editor Web (battezzato con poca  fantasia World Wide Web anch'esso).  Le funzionalità di quel programma erano avanzatissime (ancor oggi i browser di  maggiore diffusione non hanno implementato tutte le caratteristiche del primo  prototipo), ma purtroppo le macchine Next in giro per il mondo erano assai  poche.
  Per  facilitare la sperimentazione del nuovo sistema ipertestuale di diffusione  delle informazioni su Internet, Berners Lee realizzò un browser con interfaccia  a caratteri, facilmente portabile su altre architetture, e lo battezzò Line  Mode Browser. Esso venne distribuito nel marzo del 1991 in formato sorgente  attraverso alcuni gruppi di discussione. Una versione funzionante fu messa  on-line e resa accessibile tramite un collegamento telnet pubblico su un host  del CERN. Intanto iniziavano a sorgere i primi server Web esterni al CERN ma  sempre legati al mondo della fisica nucleare. Alla fine dell'anno se ne  contavano circa cinquanta.
  L'interesse  intorno a questa nuova applicazione iniziava a crescere, ma l'ostica  interfaccia a caratteri del browser ne limitava la diffusione. Un primo aiuto  in questo senso venne nel 1992, quando Pei Wei, uno studente di Stanford,  realizzò un browser grafico per X-window battezzato WWW Viola. Fu proprio  provando Viola che Marc Andressen,  studente specializzando presso il National Center for Supercomputing  Applications (NCSA) della University of Illinois, concepì l'idea di  sviluppare un browser web grafico, insieme ad Eric Bina: nacque così Mosaic. La prima versione per Unix  X-window fu rilasciata nel gennaio 1993. Nel settembre dello stesso anno il  gruppo di programmatori raccoltosi intorno a Mark ed Eric rilasciò le prime  versioni per Windows e Macintosh. Mosaic fu una vera e propria rivelazione per  gli utenti Internet. La semplicità di installazione e di uso ne fece una killer  application che nel giro di pochi mesi attrasse su World Wide Web migliaia  di utenti, e che soprattutto rese evidente un modo nuovo di utilizzare i  servizi della rete Internet, completamente svincolato dalla conoscenza di  complicate sintassi e lunghi elenchi di indirizzi. Grazie a Mosaic e alla  sottostante architettura Web, Internet divenne uno spazio informativo  ipermediale aperto che era alla portata di chiunque con il minimo sforzo.
  Tutto  ciò accadeva mentre Internet aveva già raggiunto i due milioni di host. Ma  l'introduzione del binomio Mosaic/Web ebbe la forza di un vero e proprio 'Big  bang'. Dalla fine del 1993 gli eventi si fanno ormai concitati. A fine anno  Marc Andressen lasciò il NCSA. Nel marzo dell'anno dopo incontrò uno dei  fondatori della Silicon Graphics, Jim Clark, che lo convinse a fondare una  società per sfruttare commercialmente il successo di Mosaic. Il nome scelto per  la società in un primo momento fu Mosaic Communication; ma per evitare di  pagare royalties al NCSA fu deciso di cambiarlo in Netscape Communication, e di riscrivere da zero un nuovo browser  Web, dopo avere cooptato la maggior parte dei vecchi amici e collaboratori di  Mark. Pochi mesi dopo fu distribuita la prima versione beta di Netscape  Navigator, le cui caratteristiche innovative ne fecero quasi immediatamente  l'erede di Mosaic. Il 25 maggio del 1994 si tenne a Ginevra la prima WWW  Conference (alcuni la hanno battezzata la 'Woodstock del Web'), seguita  nell'ottobre da un seconda tenuta a Chicago. Da quei primi incontri si presero  le mosse per la fondazione del W3 Consortium (la prima riunione risale al 14  dicembre 1994), una organizzazione voluta da Tim Berners Lee al fine di gestire  in modo pubblico e aperto lo sviluppo delle tecnologie Web, così come era  avvenuto per tutte le precedenti tecnologie che erano state sviluppate sulla e  per la rete sin dai tempi del NWG.
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